fotografia, idee, regali

Come stampare le foto dal cell?

Quante volte mi sono ritrovata con la memoria dello smartphone piena di foto e nessuna voglia o tempo per scaricarle sul pc?

 

Allora ho cercato un’app che mi permettesse di inviare le foto più meritevoli per la stampa e ho trovato Lalalab!

Si tratta di una nuova piattaforma, sviluppata da Invaders Corp, che trasforma le fotografie scattate con gli smartphone in stampe creative.

Ho già testato l’app sia per me che per inviare cartoline a nonni o amici e devo dire che sono molto soddisfatta, grazie al servizio di stampa a domicilio e  alla possibilità di pagare anche tramite Paypal.

Lalalab_box

Ovviamente Lalalab permette di stampare anche le foto salvate  su  Facebook, Instagram, Dropbox,  Google Photos e di scegliere tra una grande varietà di formati e supporti. Per iscriversi è sufficiente una mail e una password. Dalle stampe semplici a quelle in formato polaroid, dalle scatole regalo agli album fotografici, le cornici, i poster, i magneti e persino i biglietti di auguri, Lalalab consente di realizzare prodotti di buona qualità senza spendere un patrimonio.

L’app è molto easy e intuitiva: bastano davvero pochi passi per inviare l’ordine:

  • selezionare il prodotto desiderato (stampe, album, poster ecc.);
  • scegliere le foto;
  • inserire l’indirizzo di spedizione e il metodo di pagamento.

In questi giorni, ci sono tante idee anche per Natale.

lalalab_Natale

Oltre ai costi accessibili, il bello di questa app è la possibilità di accumulare sconti da utilizzare per gli ordini successivi. In più, con il primo ordine, si ottiene uno sconto del valore di 5€ e un codice personale per regalare agli amici un buono del medesimo valore. Se i vostri amici ordinano utilizzando il vostro codice, verranno accreditati sul vostro account altri buoni da spendere su Lalalab.

È inoltre possibile prendere parte alla community su Facebook, Twitter, Instagram [da cui potete prendere spunto per tantissime idee!!!] e Pinterest.

lalalab_idee{credits |📸 @valentinadelsette|}

 

Se volete provare Lalalab potete utilizzare il mio codice sconto di € 5.00!

sconto_Lalalab

Insomma, io ve la straconsiglio! Poi fatemi sapere se vi è piaciuta!

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amore, famiglia, mamma

Ma voi lo sentite il solletico quando giocate a nascondino?

Ci stavo pensando ieri sera, quando un’amica mi ha uozzapato “Impigiamo i nani e giochiamo a nascondino”. Erano le 21.30.

E ho avuto una illuminazione. Scrivere questo post, che era nel cassetto dal primo di settembre.

Perché è  da quella data che sogno di scrivere il famoso posto dei buoni propositi, come quando inizia il nuovo anno. E invece non l’ho ancora fatto perché, in realtà, non ne ho. Anzi, se devo raccontarvela tutto, io mi sono fermata. A riflettere sulla mia vita. Su cosa mi piace e cosa no. Sulle cose da “pulire” e su quelle invece su cui devo ancora lavorare. Amicizie e rapporti compresi.

Allora, ho detto stop. A tutte quelle cose che spesso ho fatto per l’idea di dover fare e perché mi sembrava fosse la via più bella.

Credits by Flick
Credits by Flick

Ho sentito, forte, che la cosa che più mi rende felice è stare con la mia famiglia. Vivere la mia vita per loro, e per me, che mi danno una carica pazzesca che non finisce mai. Banale? Per me è il top.

Il fatto di lavorare e poter godere della compagnia dei miei figli solo dal tardo pomeriggio mi ha fatto capire che quel tempo, prezioso, lo devo vivere a mille.

Ho smesso persino di correre [per ora]. Finché ritrovo il nostro equilibrio, la nostra energia.

Riccardo ha appena iniziato l’avventura della scuola primaria, e richiede impegno, suo e mio. Ludovica non é da meno: rivendica il suo ruolo di sorellina minore e vuole le sue attenzioni prettamente femminili.

Così quando torno dall’ufficio e non abbiamo impegni sportivi extra scolastici, ci viviamo. Disegniamo, coloriamo, creiamo, leggiamo, giochiamo. A biliardino, ai lego, ai plusplus, al banco vendita, a un-due-tre stella e anche a nascondino!

Nascondino
credits by Flickr

Ma scusate, voi non lo sentite il solletico quando ci giocate? E’ proprio lì, alla bocca dello stomaco. E mi sento felice.

Perché la vita è questa, costruire ricordi, e viverli.

corsa, emozioni, running, solidarietà

Un sorriso che non si può dimenticare…

La sala è quasi piena, siamo tutti in attesa del suo arrivo. E quando raggiunge l’ingresso, quasi non me ne accorgo, solo il silenzio dell’attesa e un lieve brusio.

Giusy Versace

Lei è bellissima, cammina perfettamente e sorride. Un sorriso che esprime mille parole. Ed inizia il suo racconto, la sua testimonianza di vita.

Giusy Versace ha 28 anni, è nel pieno della sua vita: è bella, felicemente fidanzata, è una donna in carriera, vive in una stupenda famiglia ed è circondata da tantissimi amici. Il 22 agosto del 2005 decide di interrompere le sue vacanze estive per un imprevisto appuntamento di lavoro, noleggia una macchina ed imbocca la Salerno-Reggio Calabria. Ma a quell’appuntamento non arriverà mai, perché all’uscita di una galleria viene travolta da un temporale fortissimo che le fa perdere il controllo dell’auto, sbatte violentemete contro il guardrail che finisce sotto lo sterzo dell’auto, proprio all’altezza delle sue gambe.

In una frazione di secondo, Giusy si rende conto di quello che le è accaduto. In quel preciso istante deve decidere cosa fare: lasciarsi morire o affrontare la realtà. Capisce che la paura di morire è uguale alla voglia di vivere. Cerca di uscire dall’abitacolo, con le poche forze che le restano. Con la voce rotta dall’emozione, ci racconta di come inizia a pregare la Madonna, perché le dia la possibilità di trovare un modo per avvisare suo papà, perché lui saprebbe cosa fare, e perché ha paura che l’auto stia per esplodere e nessuno saprà mai che in quell’auto bruciata c’era lei. Finché arriva Salvatore, il primo automobilista che si ferma a soccorrerla, che  avvisa subito il padre di Giusy e chiama i soccorsi.

Quando riapre gli occhi, Giusy è nel reparto di rianimazione dell’Ospedale di Cosenza. E da qui inizia la sua avventura: i giorni in rianimazione, le notti in bianco perché non riesce a dormire e l’insonnia la tormenta, ed ogni volta che ci prova ha paura che se chiude gli occhi, muore. Giusy racconta del lunghissimo periodo vissuto presso il Centro protesi Inail di Budrio, a Bologna. Guarda le persone che la circondano: sono tutti disabili e amputati come lei, e la prima impressione che ha è quella di essere circondata da “mostri”. Come lei.

Lancia un messaggio forte:

la gente ha paura del “diverso”, la gente guarda perché non è abituata a vedere e non sa guardarti. Se ti poni in modo naturale anche gli altri ti percepiscono in modo naturale.

Ascolto con commozione il suo racconto. E mi chiedo come possa, questa Donna che è qui davanti a me, ad aver trovato la forza per vivere e superare tutto questo. E soprattutto, come possa sorridere così, e trasmettermi tutta la serenità e la grinta con cui me ne torno a casa.

Ho appena iniziato a leggere il suo libro, la storia della sua nuova vita: Giusy ora ha fondato una Onlus per dimostrare che “loro” esistono e per dare un’opportunità di vita migliore a chi ne ha bisogno. E corre. Ha iniziato per curiosità, per il gusto di farlo, perché lo sport è una grande terapia, aiuta a superare i propri limiti. Perché “se vuoi, puoi”!

E ci ha preso gusto! Giusy corre così forte che è Campionessa Italiana dei 200 e dei 100 metri. Guardate qui:

Non sono riuscita a non commuovervi, guardando Giusy in azione. Perché so quanta fatica si fa, per ottenere certi risultati. Non posso nemmeno immaginare quanti ne debba fare lei, ogni giorno, con le sue “gambe da corsa”.

E soprattutto, penso che il suo libro non poteva avere titolo migliore, perché davvero “con la testa e con il cuore si va ovunque”.

Con la testa e con il cuore si va ovunque: Storia della mia nuova vita (Ingrandimenti)

Questa è la dedica che mi ha fatto, e che farò leggere presto ai miei figli.

dedica