Ci stavo pensando ieri sera, quando un’amica mi ha uozzapato “Impigiamo i nani e giochiamo a nascondino”. Erano le 21.30.
E ho avuto una illuminazione. Scrivere questo post, che era nel cassetto dal primo di settembre.
Perché è da quella data che sogno di scrivere il famoso posto dei buoni propositi, come quando inizia il nuovo anno. E invece non l’ho ancora fatto perché, in realtà, non ne ho. Anzi, se devo raccontarvela tutto, io mi sono fermata. A riflettere sulla mia vita. Su cosa mi piace e cosa no. Sulle cose da “pulire” e su quelle invece su cui devo ancora lavorare. Amicizie e rapporti compresi.
Allora, ho detto stop. A tutte quelle cose che spesso ho fatto per l’idea di dover fare e perché mi sembrava fosse la via più bella.

Ho sentito, forte, che la cosa che più mi rende felice è stare con la mia famiglia. Vivere la mia vita per loro, e per me, che mi danno una carica pazzesca che non finisce mai. Banale? Per me è il top.
Il fatto di lavorare e poter godere della compagnia dei miei figli solo dal tardo pomeriggio mi ha fatto capire che quel tempo, prezioso, lo devo vivere a mille.
Ho smesso persino di correre [per ora]. Finché ritrovo il nostro equilibrio, la nostra energia.
Riccardo ha appena iniziato l’avventura della scuola primaria, e richiede impegno, suo e mio. Ludovica non é da meno: rivendica il suo ruolo di sorellina minore e vuole le sue attenzioni prettamente femminili.
Così quando torno dall’ufficio e non abbiamo impegni sportivi extra scolastici, ci viviamo. Disegniamo, coloriamo, creiamo, leggiamo, giochiamo. A biliardino, ai lego, ai plusplus, al banco vendita, a un-due-tre stella e anche a nascondino!

Ma scusate, voi non lo sentite il solletico quando ci giocate? E’ proprio lì, alla bocca dello stomaco. E mi sento felice.
Perché la vita è questa, costruire ricordi, e viverli.