Oltre alla tradizione lecchese delle mele di San Nicolò, c‘è un’altra tradizione che si festeggia a casa nostra, in attesa del Natale: la notte di Santa Lucia.
Questa festa mi è stata raccontata da mia mamma che, di origine bergamasca, la pregava e ricorda sempre con commozione l’attesa di quella notte, un’attesa di speranza e curiosità.
La simpatica consuetudine di festeggiare Santa Lucia è legata al periodo in cui Bergamo apparteneva alla Repubblica di Venezia, città in cui la Santa è oggetto di particolare venerazione.
La tradizione racconta che che Santa Lucia, nella notte della vigilia che precede la festa a lei dedicata, vada in giro a distribuire doni ai bambini più buoni. Nel suo lungo viaggio è accompagnata da un asinello che porta due grandi cesti colmi di giocattoli e dolci, ai quali Lucia attinge ad ogni tappa.
Mia mamma mi racconta che, ispirati dalle nonne, dalla mamma o da qualche zia i bambini la sera della vigilia erano soliti lasciare un po’ di fieno e una ciotola d’acqua per il ristoro dell’asinello; oggi si è andati a sostituire l’ormai introvabile fieno con un po’ di pane o qualche biscotto.
A Bergamo, anche per la presenza nella vicina via XX Settembre di una chiesa dove Santa Lucia è venerata, in coincidenza con la festa il centro cittadino si riempie di bancarelle colme di dolci e di giocattoli.
Inoltre, per tradizione i bambini raggiungono la chiesa per depositarvi una letterina con i loro desideri più segreti.
Con il calare della sera le bancarelle si accendono di mille luci mentre si diffonde il profumo delle caldarroste, delle frittelle e dello zucchero filato.
Se non ci siete mai stati, vi consiglio di andare: un appuntamento al quale, dopo i bambini, nemmeno gli adulti potranno mancare!!
E allora, buona Santa Lucia a tutti!